22 anni fa aveva inizio la terribile odissea kafkiana di Enzo Tortora, di cui ha parlato in questi giorni anche EmanuelaZini .
Difficile parlare del caso Tortora e del suo programma piu’ celebre, Portobello, senza riflettere sull’evoluzione dello strumento televisivo.
Come abbiamo ammesso in molti nei commenti al post di Emanuela, all’epoca in tanti credettero che Enzo Tortora fosse almeno in parte coinvolto nelle accuse che gli venivano mosse, non tanto per fede nell’infallibilita’ della Legge (questa fiducia credo che L’Italia non l’abbia mai avuta) ma per cieca credenza nel mezzo televisivo: erano gli anni in cui qualsiasi discussione poteva venir troncata da un categorico “lo ha detto la televisione!”, si trattava di una fiducia che il media televisivo si era conquistata sul campo, ad esempio insegnando alla nazione la sua stessa lingua.
Per queste ragioni, il fatto che la televisione desse in pasto alla folla uno dei suoi figli piu’ cari (oggi sappiamo che si tratto’ solo di squallido sciacallaggio mediatico) era la prova tangibile della colpevolezza di Enzo Tortora.
Del programma piu’ celebre di Tortora, Portobello, io mi ricordo veramente poco: solo la sigla, il Big Ben che diceva stop, il pappagallo che non parlava mai e quel signore che voleva spianare il Turchino per risolvere drasticamente il problema della nebbia in Val Padana. Anche l’episodio di quel bislacco personaggio e’ rappresentativo del potere assoluto di cui allora godeva la televisione: ci fu molto subbuglio in zona (il Turchino e’ a qualche decina di chilometri da qui) e si rischio’ addirittura una sollevazione perche’ la notizia era stata data in televisione (quindi gia’ data per acquisita) e nell’ingenuita’ popolare le ruspe potevano partire alla volta del Turchino da un giorno all’altro.
Portobello fu il prototipo da cui si sviluppo’ tutta quella (brutta) televisione che abbiamo visto nei decenni seguenti e che continuiamo a vedere: chissa’ se negli intenti degli autori c‘era anche un proposito di rendere il pubblico piu’ sgamato nei confronti dell’ oracolo televisivo, una sorta di rimando alla War of the worlds radiofonica di Orson Welles.
Il pensiero di un inglorioso tentativo mi renderebbe piu’ sopportabile l’attuale situazione televisiva italiana.
Caspita, non sapevo che ci fosse stata tutta quella preoccupazione per le possibili ruspe sul Turchino! ;o)Ottima analisi Ava sulla credenza mistica e inviolabile che qualunque cosa avesse detto la tv fosse necessariamente vera. Sto per scrivere un post su un altro accadimento di quel periodo...
emanuelazini
#2 17 Giugno 2005 - 17:56
grazie cara :-)
son curiosa di saper cosa scriverai questa volta...
Avag
#3 19 Giugno 2005 - 08:46
grande personaggio, da ricordare sempre
filmleo
Scritto da: | 11 luglio 2005 a 12:53
Ricordo PORTOBELLO con grande piacere e un pò di nostalgia. Ho sempre guardato poco la TV, ma di PORTOBELLO non ho mai perso una puntata... Dire che è il prototipo della brutta tv di oggi, secondo me, è una affermazione gravemente errata. Direi un' altra cosa, piuttosto: Portobello, senza sua colpa, è stato copiato da molta televisione di oggi e, come si sa, difficlmente le copie sono migliori dell' originale. Anzi, nel nostro caso, abbiamo assistito alla creazione di veri e propri mostriciattoli. Tuttavia Portobello, rimane una delle pagine più felici della Tv italiana.
Scritto da: Sergio | 03 luglio 2006 a 20:15