Leni torna da Barcellona per presentare ai suoi il nuovo fidanzato. Non sara’ una serata facile: la famiglia di Leni e’ ebrea e Rafi e’ palestinese ed il fatto che il giovane probabilmente uccida un uomo facendo maldestramente cadere un blocco di zuppa congelato dalla finestra della cucina non sara’ certo d’aiuto...
Bisogna ammettere che in questo momento gli spagnoli sono i migliori nelle commedie perche’ hanno il coraggio di portare alle estreme conseguenze i paradossi della sceneggiatura. Lo dimostra anche questo film intelligente che osa ridere di uno dei conflitti piu’ incancreniti della storia contemporanea e che con leggerezza mette alla berlina le nostre paura verso il mondo arabo.
Guillermo Toledo torna dopo Crimen Perfecto e da arrogante uomo in carriera si trasforma nello “strano fidanzato” del titolo, un mite docente universitario alle prese con la bislacca famiglia della fidanzata: Gloria, la madre apprensiva ed ingombrante, il nonno Dudu, reduce dalle guerre israelo-palestinesi, il fratello minore David in pieno fervore religioso, Tania, la sorella ninfomane con a carico la figlioletta isterica, Paula (perche’ le bambine spagnole sono cosi’ ossessionate dalla gravidanza?) e il padre praticamente inesistente.
La commedia ha un buon ritmo serrato e rispetta l’unita di tempo e di luogo: si svolge tutta nell’arco di una notte e gran parte della vicenda (la migliore direi) e’ girata nell’appartamento dei genitori di Leni con rapidissimi movimenti di macchina che ben sottolineano il carattere nevrotico della famiglia Dalinski (che per sembrare piu’ spagnola ha trasformato il proprio nome in Dali’).
Piacevolissima la colonna sonora tra suoni arabi e musica klezmer.
Qualche caduta di tono nel prefinale ma del resto “nessuno e’ perfetto” come conclude anche il film, citando il grande Billy Wilder.
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