con Claudia Cardinale, Henry Fonda, Charles Bronson, Gabriele Ferzetti, Paolo Stoppa
regia di Sergio Leone
Il magnate delle ferrovie Morton ingaggia una banda di fuorilegge,
capitanata dal crudele Frank per sterminare la famiglia McBain, che
ostacola i suoi progetti. Il giorno in cui si compie il massacro arriva
in citta’ Jill, una prostituta di New Orleans che McBain aveva sposato
segretamente. Verra’ aiutata a difendere la proprieta’ che ha ereditato
da un individuo senza nome che ha un vecchio conto in sospeso con Frank
e dal bandito Cheyenne.
Capolavoro di Sergio Leone che racconta la fine del mito della frontiera, costretta a cedere il passo al progresso.
I personaggi di questa vicenda hanno una levatura degna di una
tragedia greca: Morton, interpretato da un grande Gabriele Ferzetti e’
un magnate senza scrupoli disposto a tutto pur di realizzare il suo
sogno: portare la ferrovia dall’Atlantico al Pacifico, l’unica cosa che
gli difetta e’ tempo, dato che soffre di una grave forma di sclerosi
ossea che lo costringe in un busto e a camminare con le stampelle: trae
la sua forza fissando un quadro che rappresenta l’oceano, ma finira’
con la faccia in un rigagnolo melmoso. A Frank da vita uno stupefacente
Henry Fonda, che solitamente siamo abituati a vedere nei panni del
protagonista buono ed onesto e che in questa pellicola dipinge uno dei
vilain piu’ perfidi di tutta la storia del cinema, Cheyenne e’ il
burbero bandito dal cuore tenero: come Frank ha ceduto al denaro facile
di Morton, ed anche a lui questo peccato di ubrys costera’ la vita.
Si salvano solo “Armonica”, lo straniero senza nome interpretato
da Charles Bronson che suona la sua armonica per non dimenticare un
torto subito e alimentare la sua vendetta e Jill, la bellissima Claudia
Cardinale, l’unica donna, simbolo di coraggio e forza vitale: il film
si chiude su lei che sta creando la nuova citta'.
Sullo sfondo e’ sempre presente il Grand Canyon, a sottolineare l’omaggio al maestro del western, John Ford.
Alla classica dilatazione del ritmo, tipica di Leone, corrisponde
una dilatazione degli spazi, non solo quelli esterni, ma anche gli
interni degli edifici sono sviluppati con una profondita’ di campo
quasi teatrale: ci sono sempre almeno tre piani visivi su cui si
allineano i vari personaggi o semplicemente degli oggetti: quasi un
horror vacui in antinomia con le nude vastita’ del deserto americano.
Un gioco di contrasti: pieno/vuoto, campo lungo/primo piano (se
non dettaglio) che alimenta il senso del ritmo, la musicalita’ della
composizione visiva di Sergio Leone: indimenticabile la sequenza
iniziale dell’attesa del treno dove nella totale mancanza di dialoghi e
nella quasi immobilita’ degli attori tutto e’ affidato al rumore della
pala del mulino, della goccia che cade sul cappello e al ronzio della
mosca.
Ancora una volta le musiche sono di Ennio Morricone che crea temi distinti per ogni personaggio.
Un film indubbiamente penalizzato dal piccolo schermo, per cui se
vi dovesse capitare l’occasione, come e’ successo alla sottoscritta, di
vederlo in un cinema non perdetela assolutamente.
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#1 13 Dicembre 2004 - 15:18
Bello Ava, come tutti i western di Leone, primo fra tutti "C'era una volta in America".
C'era uno spot pubblicitario di un'automobile pubblicizzata come silenziosissima" e il silenzio veniva turbato da un leggerissimo tintinnio dell'orecchino dell'autista o passeggera... io l'ho sempre visto come una citazione del film che recensisci.
passim
#2 13 Dicembre 2004 - 18:21
ah si me la ricordo quella pubblicita'.. ma stiamo parlando del tempo che fu: all'epoca avevo la macchina in questione (la golf) che cigolava come una diligenza per cui non avrei mai pensato al film di Leone.. :-)
Avag
#3 13 Dicembre 2004 - 20:16
Hai ragione, un film che tutti almeno una volta dovrebbero vedere.
Magari anche solo sul piccolo schermo.
Bisogna, infatti, essere dei veri appassionati, come te, per riscire a trovare una proiezione di questo stupendo film in una sala cinematografica.
Comunque anche e me il film e' piaciuto enormemente e soprattutto l' interpretazione di Henry Fonda.
Ciao
#4 14 Dicembre 2004 - 19:46
non e' difficile Roy, il segreto e' sempre il solito: stare attenti ai manifesti :-P
Avag
Scritto da: | 24 luglio 2005 a 18:34