Riconosco che il film non sia molto entusiasmante al di la' di meriti degli attori, ma se il bel Jude Law e' credibile nei panni dell'eroe, Angelina Jolie e' magnetica come sempre nelle poche scene in cui compare, e concordo con Murdamoviez sul ruolo che le avrebbe dovuto esser assegnato, l'odiosa Gwineth Paltrow ricorda Veronica Lake solo quando la inquadrano di spalle con la chioma bionda che esce dal Borsalino. Non nego di aver sperato per tutto il tempo che i robot la facezzero a pezzettini come non nego che queste righe siano FORSE un po' di parte..
1939: mentre la giornalista Polly Perkins si trova ad indagare sulle strane scomparse di diversi scienziati, il suo ex fidanzato ed eroe dell’aviazione americana, Joe Sullivan, detto Sky Captain, deve fronteggiare l’attacco alla citta’ di New York da parte di enormi macchine robotizzate che hanno gia’ seminato il panico nel resto del mondo. Le loro strade sono destinate ad incontrarsi nuovamente per sconfiggere una grave minaccia all’intera umanita’.
Il film che passera’ alla storia per essere stato il primo in cui attori in carne ed ossa recitano su un set totalmente digitale, mimando cioe’ le scene che devono girare con alle spalle lo sfondo azzurro del cromaki sul quale verrano poi proiettate tutte le immagini degli oggetti elaborati al computer, vanta pochi altri meriti: se riesce a ricreare l’atmosfera dei film anni 40 con i toni cupi delle versioni colorizzate delle pellicole in bianco e nero, i tagli di luce sul viso, i toni fiammeggianti dei primi film a colori, le rotative in azione su cui si sovrappone l’immagine del titolo del giornale in uscita, purtroppo non riesce ad avvincere completamente lo spettatore.
L’intento che il regista si proponeva era chiaro: omaggiare tutta la storia del genere sci-fi dagli anni ‘30 ad oggi ma probabilmente gli e’ scappata un po’ la mano e non c’e’ una singola inquadratura in cui non scatti la sensazione di deja-vu.
Gli omaggi piu’ evidenti sono alla saga di Star Wars a cui si ispirano quasi tutti i combattimenti aerei, il rapporto tra Sky Captain e Polly ricalca il secondo episodio di Indiana Jones, l’episodio nel Tibet, nella vallata nascosta di Shangri-La arriva da Orizzonte perduto di Capra, l’incontro con i dinosauri e’ un misto tra Il mondo perduto del 1960 e The lost world di Spielberg, ma ci sono anche battute rubate ad Alien, omaggi a King Kong, citazioni orientali (immancabile il gesto di sfida alla Bruce Lee) e persino quando la citazione non e’ presente l’evocazione e’ tale che la mente corre ad un film precedente: quando Sky Captain viene sfidato sulla passerella dall’esperta di arte marziali che gli mostra la sua abilita’ ci si aspetta che la freddi con un colpo di pistola come Indiana Jones.
Forse l’intento era alto e anche nobile e fatto con sicuro amore per questo genere cinematografico e per il cinema i genere, vista la scelta di affidare il ruolo del perfido Totenkopf che appare solo in ologramma o in qualche vecchia foto a una leggenda come lo scomparso Sir Laurence Olivier, ma il risultato e’ uno sterile centone che riesce a far presa solo sull’appassionato.
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