Italia, 1954
con Alida Valli, Farley Granger, Massimo Girotti, Rina Morelli, Heinz Moog, Christian Marquand, Sergio Fantoni
regia di Luchino Visconti
Galvanizzate dalla kermesse veneziana le varie televisioni rispolverano i grandi successi del passato della Mostra, cosi’ sabato notte RaiUno ha trasmesso Senso , di Luchino Visconti, che mi sono rivista sempre con la vana speranza che a passare fosse la copia integrale del film.
Credo sia piuttosto noto che il quinto lavoro cinematografico di Visconti soffra di pesanti tagli, (115 minuti contro i 205 reali) fortunatamente una copia integrale gira tra festival ed aule universitarie, per il piacere di pochi iniziati.
I tagli riguardano il personaggio del conte Ussoni, interpretato da Massimo Girotti, che nella versione comunemente vista ha il solo
ruolo di favorire l’incontro tra la Contessa Serpieri (Alida Valli) e il bell’ufficiale austriaco (Farley Granger).
Nell’originale il conte non e’ un personaggio marginale , ma riveste un profondo significato politico, infatti e’ il protagonista di tutte parti tagliate. Quando iniziano le scene della battaglia di Custoza, lo si vede salutare affabilmente un ufficiale dell’Esercito piemontese che gli da alcune indicazioni, ma e’ stato pesantemente censurato il dialogo precedente dove Girotti si reca al comando del suddetto esercito per offrire l’aiuto militare di un gruppo di patrioti: il comandante accetta il supporto irredentista chiarendo pero’ che non verra’ riconosciuto il loro ruolo e alla fine della guerra non potranno accampare alcun diritto (chiara metafora del rapporto tra esercito regolare e partigiani, in particolare di matrice comunista, durante la seconda guerra mondiale).
L’altro taglio riguarda lo scontro armato tra i due eserciti nel campo di covoni: le scene sono visibilmente disallineante perche’ mancano quelle in cui l’esercito decide la ritirata (censurate per vilipendio di forze armate).
Quello che sconvolge e’ che questo film ha cinquant’anni, fu presentato alla Mostra di Venezia del 1954, e ancora oggi c’e’ scarsa volonta’ di riportare all’originale significato un film che viene ricordato come un melodramma filmato, mentre ai tempi della sua uscita scateno’ un grandissimo dibattito culturale “che fiorì attorno alla tesi che Guido Aristarco aveva proposto su "Cinema nuovo": l'opera di Visconti avrebbe segnato un decisivo punto di svolta nella storia del cinema italiano, per la prima volta elevandolo dall'immediatezza cronachistica propria del neorealismo al distacco critico di un vasto affresco storico che ritrae la realtà nella sua complessità e nelle sue articolazioni dialettiche, e che quella realtà sa interpretare e infine giudicare. Fu questa, probabilmente, l'ultima grande battaglia culturale unitaria della sinistra italiana, prima che il XX Congresso del PCUS e i fatti d'Ungheria del '56 ne vulnerassero per sempre la compattezza.
Un epifenomeno della straordinaria mole di dibattiti e polemiche che Senso seppe suscitare alla sua uscita fu la pubblicazione dei primi due volumi della collana "Dal soggetto al film" dell'editore Cappelli: Giulietta e Romeo e Senso, i due sfidanti di Venezia. Questa collana rappresenta a tutt'oggi un unicum nell'editoria cinematografica italiana: essa prevedeva di documentare le varie fasi del "progetto" dell'opera (nel caso di Senso la novella di Boito, la prima e la seconda elaborazione del copione, la sceneggiatura definitiva), rendendo disponibili al vasto pubblico materiali per solito patrimonio esclusivo degli studiosi. L'intenzione originaria si perse poi fatalmente nel prosieguo della collana, ma i primi numeri, oggi pressochè introvabili, si collocano tra i pezzi in assoluto più pregiati del nascente settore dell'antiquariato
cinematografico” (da Cinema Studio )
E con questa accusa mi ricollego al post sulla pizzicata di Raining Cats, che denuncia anche in campo di tradizione musicale un” revisionismo” volto ad edulcorare la storia.
#1 06 Settembre 2004 - 19:25
sono una tra i "pochi iniziati" ad aver visto in versione integrale non solo senso, ma ben undici e dico undici film del nostro luchino, e credo che i tagli siano da attribuirsi più alla scarsa capacità di uno spettatore medio di sorbirsi un "polpettone" simile, piuttosto che a motivazioni cultural-politiche. in ogni caso, la versione integrale la trovi su un qualsiasi programma di file sharing, urbani permettendo. a presto.
ammula
#2 07 Settembre 2004 - 01:13
benche' i velociraptor mi siano molto simpatici, non sono d'accordo con te: se i tagli fossero stati solo a scopo di alleggerimento sarebbero stati piu' lunghi e fatti forse in altri momenti, ma a prescindere questo, chi puo' arrogarsi il diritto di dire quale sia la soglia di sopportazione di un cosiddetto spettatore medio?
Inoltre, Urbani a prescindere,credo che il file sharing sia una pratica altrettanto ristretta quanto quella di frequentare i festival e le rassegne cinematografiche.
Avag
#3 07 Settembre 2004 - 09:31
Chi stabilisce dove vanno i tagli mi sa che è lo stesso che condiziona la soglia di sopportazione dello spettatore medio, poi bisogna vedere di quale spettacolo stiamo parlando :|
e siamo sempre lì: ogni censura parziale o totale di un'opera d'arte o di un'informazione è portare le cose in una direzione segnata.
un bacio Ava. Ti ho risposto da me :)
RainingCats
#4 07 Settembre 2004 - 12:07
...Ava sei immensa....
spider
#5 07 Settembre 2004 - 12:28
...a parte i complimenti per questo post letteralmente fantastico,penso che l'arte sia uno strumento di lettura della realtà estremamente potente. Forse piu' potente della filosofia. Perchè possiede un linguaggio metaforico in grado di giungere in profondità. E' da questo dato di fatto, che emerge l'amara considerazione, che il potere debba a tutti costi disinnescarlo.Come purtroppo pare lampante il fatto che si operi in modo da ottundere la coscienza di massa
Io,per scadere nel personale, provo una sostanziale incazzatura nei confronti di chi mi dice che vuole vedere solo film "allegri". Di chi mi dice che ascolto e leggo cose troppo oscure e che si deve essere "positivi" e "solari". Alla fin fine se si vuole "EVADERE" è piu' giusto farsi le pere...
un bacio e complimenti ancora..
spider
#6 07 Settembre 2004 - 12:32
...a velociraptor...che palle sto spettatore "medio"...ad un certo punto vaffanculo allo spettatore medio...poi chi lo ha creato lo spettatore medio?...non è lo stesso sistema dei media? Siamo cosi' sicuri che nessuno sia in grado di affrontare opere complesse? O forse un discorso di comodo perchè il cinema è sia arte che industria?...ti credo che poi la Tamaro venga descritta come una grande scrittrice..
spider
#7 07 Settembre 2004 - 13:15
vabe' spider mi metto a dieta.. pero' pure tu.. ;-)
A PROPOSITO della Tamaro, uscendo dal cinema ieri ho visto il cartellone di un film, di cui e' regista: ma quando e' successa 'sta disgrazia??? :-O
Avag
#8 07 Settembre 2004 - 13:25
una volta la televisione era strumento di educazione del popolo, poi è arrivato berlusconi e ha creato il duopolio, così la tv è diventata commercio e basta. la dicotomia tra "ci mostrano quello che vogliono loro" e "mostrano quello che vuole il popolo perchè il popolo è ignorante" sarà sempre presente ai convegni e alle tavole rotonde, ma senza soluzione. se lo share non porta guadagno non c'è concetto d'arte che tenga, purtroppo. vaffanculo lo spettatore medio possiamo dirlo e quindi orientarci verso le rassegne o i circoli culturali, ma se vuoi guardare la tv devi considerare chi ama guardare la defilippi e non sa manco chi è visconti. e ti dirò, in un'aula universitaria su 400 persone forse 10 guardavano il film, costringere la gente a vederlo (in questo caso le firme di presenza) non serve a un emerito nulla, anzi provoca l'effetto contrario (cazzeggio-viscontinocheppalle-eccetera).
ammula
#9 07 Settembre 2004 - 14:47
Concordo Velociraptor...ho avuto anche numerose discussioni su questo punto con Ava in passato...allora qual'è il problema di fondo?..Probabilmente il problema dei problemi. Che tutto ma proprio tutto sia stato appiattito alla logica del profitto. E questo da molto prima dell'era berlusconiana. Solo che un tempo forse non c'era un'omologazione di prodotto cosi' capillare. Una soluzione per invertire la cosa ci sarebbe, a mio modestissimo avviso. Si tratterebbe di utilizzare il metodo dei produttori cinematografici degli anni '60, ovvero utilizzare i margini di guadagno derivanti dalle "schifezze", per produrre cose dal diverso spessore. Lo so forse la mia è una visione un po' semplicistica, che non tiene conto di numerosi fattori (ad esempio dell'incidenza della pubblicità). Quello che pero' soprattutto manca in un'ipotesi come questa è ,a mio avviso, una classe di imprenditori illuminati che abbiano la sensibilità e il coraggio di affrontare un rischio del genere. ( e questa carenza si sente in tutti i campi. Pensa a come è finito in basso il design italiano). Pero' dire a priori che sia inutile e che tanto "la gente" non capirebbe, rappresenta molto spesso l'alibi perfetto per chi o non se la sente o furbescamente teme di dover un domani cominciare a produrre cose di qualità...un saluto
spider
#10 07 Settembre 2004 - 14:50
la Tamaro regista?.Pensa a quando Muccino scriverà un libro...hai mica una lametta?
nu vas gruss'accussi'...:)
spider
#11 07 Settembre 2004 - 15:12
esatto, nessuno vuole correre il rischio perchè nessuno vuole rischiare i propri soldi/ la propria immagine.
c'è da dire anche che, soprattutto in italia, ci sono molte produzioni che vengono sistematicamente ignorate.
la tamaro regista... miodio. giacchè siamo nello squallido, vi do un'altra notizia (in caso già non lo sapeste).
francesca neri produrrà il film tratto dal bestseller (estik..) "melissa p. - cento colpi di spazzola eccetera".
scommesse sugli incassi? e poi ci lamentiamo di vanzina. :|
ammula
#12 07 Settembre 2004 - 15:22
...melissa P...cento colpi di Kalashnicov prima di andare a DORMIRE....
PER SEMPRE...eheheheheheh...(goduria)
...Velociraptor soprattutto perchè produrre cultura non è piu' ragione di vanto...spider
#13 07 Settembre 2004 - 15:59
spider quand'e' che abbiamo gia' fatto 'sta discussione?... vabbe', non mi ricordo..
Tornando a "Senso", non ho mai preteso che ne dessero la versione tagliata o integrale in prima serata, lungi da me avere queste pretese!
Credo che dopo cinquant'anni una censura politica potrebbe anche cadere visto che ormai di gladio e delle armi nelle sedi DC dopo il referendum sappiamo tutto da 10 anni grazie al picconatore pazzo.
E non mi pare una pretesa cosi' fuori dal normale pretendere un'edizione restaurata ed integrale del film in DVD (credo d'imminente uscita presso la Cristaldi Fox)
E non sono neppure cosi' d'accordo sul fatto che la cultura non produca reddito, a parte la tua idea che e' buona e l'unica che manda avanti la baracca cinematografica da oltre 100 anni Spider, il signor Cristaldi si sta facendo un discreto malloppo riversando ottimamente i film che hanno fatto la storia del cinema italiano prodotti dal padre.
Concordo con spider quando diche che sottovalutare la cosiddetta classe media e' spesso un alibi (usato soprattutto dal duo defilippi costanzo): velociraptor, non so da te ma alle lezioni di storia e critica del cinema a cui ho assistito io i film si trasmettevano su un televisore da 21 pollici(mente quelli di economia e commercio facevano lezione in un cinema!) ovvio che se non eri in prima fila tanto valeva farsi una partita a carte..
Avag
#14 07 Settembre 2004 - 16:37
nono, maxischermo centrale in un auditorium (gradinate, quindi ottima visuale) e audio discreto, colpa della qualità delle vhs (vecchie registrazioni del mio exprof risalenti a quando il logo RAI era ancora semplice e bianco)
produrre cultura non è più ragione di vanto, vero, verissimo, ahinoi!
ammula
#15 08 Settembre 2004 - 18:13
naturalmente concordo con chi si oppone comunque e dovunque ai tagli d'ogni genere (nevvero mrs. Bobbit?) in special modo nel cinema, ché la visione di "quel gran pezzo dell'Ubalda" tagliato è una vera tortura ed offesa allo spettatore medio!
Mi scusi miss Ava ma ricevette i miei numerosi ed accorati messaggi sulla casella postale del vecchio blog?
jps
#16 09 Settembre 2004 - 00:00
bentornato capitano...
spider
Scritto da: | 02 agosto 2005 a 19:08