La seconda serie della trasmissione dedicata dalla Rai al mistero, Voyager
e’ molto peggiorata rispetto allo scorso anno: piu’ spazio al
sensazionalismo e alle ipotesi piu’ alambiccate su argomenti che hanno
gia’ un loro fascino intrinseco senza il bisogno di aggiunte
artificiose.
Ieri gli argomenti trattati suscitavano il mio piu’vivo interesse: il mistero di Rennes le Chateau e il Necronomicon di H.P. Lovecraft.
Sul
villaggio dei Pirenei francesi non’ e' stato aggiunto nulla di nuovo:
gli scavi sotto la Torre Magdala compiuti quest’anno non hanno rivelato
nessuna cassa nascosta e il segreto del parroco Berger Sauniere riposa
ancora nella sua tomba, quella si’ profanata.
Basta interessarsi un poco al caso di Rennes le Chateau per
trovare ridicole le affermazioni di Roberto Giacobbo quando sostiene
che gli scavi a Rennes sono interdetti dal 1965 “quindi pensate cosa
c’e’ qui sotto!”
’Na groviera c’e’ li sotto, caro Giacobbo!
Pensate che il caso di Rennes e’ esploso alla fine del XIX secolo,
quando il curato di questo sperduto paesino improvvisamente inizio’ a
maneggiare grandi quantita’ di denaro, ristrutturo’ la chiesa in
maniera poco ortodossa e Rennes divenne meta di occultisti di ogni
risma. Per oltre cinquant’anni qualsiasi tipo di avventuriero ha potuto
scavare indisturbato nel paese a ricerca di un tesoro o del Santo
Graal, mettendo in pericolo gli edifici e la sua stessa vita, mi sembra
che il divieto comunale fosse il provvedimento minimo!
Delusa dall’approccio verso il tema di Rennes, sono stata costretta a sentire di quelle fesserie sul Necronomicon da invocare il risveglio dei Grandi Antichi e la loro tremenda vendetta su Stefania La Fauci che ha curato il servizio!
Lasciando perdere le illazioni sull’esistenza dell’arabo pazzo
Abdul Alhazred che avrebbe scritto il piu’ terrificante dei libri
proibiti di cui ci parla Lovecraft, ho trovato veramente terribili le
note biografiche a proposito del Solitario di Providence.
H.P. Lovecraft e’ stato dipinto come persona molto sensibile, scrittore di un ciclo fantaorrorifico (Il mito di Cthulhu)
basato sui suoi sogni e siccome lo stesso autore si stupiva della sua
fervida vita onirica questo e’ bastato a promuovere la tesi che il
nostro fosse in contatto con entita’ aliene che gli raccontassero la
cosmogonia dei Grandi Antichi nei sogni!
Non una parola sulla solitaria vita, all’ombra della follia dei
genitori, di una madre che per un perverso istinto di protezione gli
impediva di uscire adducendo la sua orrida bruttezza come motivo
d’imbarazzo, la poverta’ e le fitte relazioni epistolari con i piu'
grandi scrittori del fantastico americano che si professano tutti suoi
allievi, tanto che un certo Robert Bloch, autore di un romanzetto da
nulla chiamato Psyco da cui tal Hitchcock trasse un omonimo
film, disse in occasione della morte di Lovecratf che sarebbe andato a
piedi fino a casa sua (dalla California a Providence) se solo avesse
saputo che era malato.
Tutto questo materiale, piu’ interessante di qualsiasi contatto
alieno e’ sparito nel nulla di fronte al piu’ becero sensazionalismo,
ma prima di farlo arrabbiare, ricordate che
Nella sua casa a R’lyeh
il morto Cthulhu
attende sognando
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