L’ami de mon amie
Francia 1987
Con Emmanuelle Chaulet, Sophie Renoir, François Gendron
Regia di Eric Rohmer
Di tutti i film di Eric Rohmer della serie Comedies et Proverbs, L’amico della mia amica, resta sempre il mio preferito stupendomi ogni volta per la semplicità della vicenda che narra dell’amicizia tra la spumeggiante Lea e la timida Blanche. La prima vive una
volubile storia d’amore con il bel Fabien, mentre la seconda mira a conquistare il fascinoso Alexandre, ma alla fine il destino mescolerà le due coppie.
Raccontata con la consueta leggerezza del regista, la storia e’ quasi banale, di quelle che potrebbe capitare nella vita di chiunque, il genio di Rohmer e’ tutto nei dettagli: ad esempio l’uso del colore; soprattutto nell’ultima scena i quattro protagonisti sono vestiti con due soli colori, il blu e il verde e sono i protagonisti delle vecchie coppie ad avere gli stessi colori, quasi a ricordare un mazzo di carte ora mescolato in nuove combinazioni..
Interessante anche l’ambientazione: la messa in scena avviene nei nuovi quartieri sorti intorno alla zona della Defense, con edifici ultramoderni e asettici che contrastano con le scene en plein air tanto care a Rohmer.
hum.. hai ragione :-/
e io che pensavo di aver individuato una punta di misoginia su cui infierire ;-)
scritto da ava alle ore 16:51:53
Ava non é che non mi é passato per la mente, e che
nella recensione parli dell'amicizia tra le due due donne e non di quella tra i due uomini.
scritto da passim alle ore 08:09:19
punto di vista interessante, ma anche i due ragazzi avrebbero potuto aver degli screzi per lo scompaginarsi delle coppie, come mai non ti e' passato per la mente?
scritto da ava alle ore 04:19:32
e te pareva!
sta mezzora in catalessi e poi replicaNTA
A proposito della Defense: anche a me non dispiace, rispetto a tanti altri esempi di architettura coeva in altre città.
scritto da passim alle ore 14:25:35
e te pareva!
sta mezzora in catalessi e poi replicaNTA
A proposito della Defense: anche a me non dispiace, rispetto a tanti altri esempi di architettura coeva in altre città.
scritto da passim alle ore 14:20:35
Rohmer ha una visione romantica delle donne.
La realtà é spesso così diversa.
Anche il globlo (leggi mondo blog), che non é altro che realtà trasportata nella cosiddetta virtualità, non ne é esente. Leggo di queste ragazze che si scambiano abbracci, baci, complimenti ma,
quando c'é di mezzo un maschio, la lotta si fa dura.
E allora mi suonano così falsi i baci e gli abbracci e i complimenti.
scritto da passim alle ore 14:14:08
Rohmer ha una visione romantica delle donne.
La realtà é spesso così diversa.
Anche il globlo (leggi mondo blog), che non é altro che realtà trasportata nella cosiddetta virtualità, non ne é esente. Leggo di queste ragazze che si scambiano abbracci, baci, complimenti ma,
quando c'é di mezzo un maschio, la lotta si fa dura.
E allora mi suonano così falsi i baci e gli abbracci e i complimenti.
scritto da passim alle ore 14:04:57
mah spider...a me non dispiace la defense, forse prorpio per questo suo esistere senza umanita'..
Si' passim le due ragazze non si scannano: in effeti in Rohmer e' sempre cosi': l'amore e' solo un gioco visto in prospettiva, senza le ferite.
scritto da ava alle ore 01:53:06
Rotolo dalla poltrona a leggerti
scritto da passim alle ore 00:44:57
...cosi' il seguito lo gira Tarantino...
scritto da spider alle ore 00:22:57
Il destino mescolerà le due coppie dici e senza che le due amiche diventino rivali e si tirino per i capelli. O no?
scritto da passim alle ore 23:57:10
..terribile la Défense...il mutismo assoluto di un'architettura che puo' fare a meno degli uomini...e infatti li schiaccia in un deserto di acciaio cemento e vetro...terribile...
la recensione invece è come al solito impeccabile...;)
scritto da spiderfrommars alle ore 17:16:29
Scritto da: | 03 agosto 2005 a 01:39