The Wolf Man
USA 1941, Universal
con Lon Chaney Jr, Claude Rains, Ralph Bellamy
regia di George Waggner
Larry Talbot, secondogenito di una nobile famiglia torna nel villaggio natio dopo lungo tempo, in seguito alla morte del fratello maggiore, conosce la bella figlia dell’antiquario e per corteggiarla compra un bastone il cui pomo rappresenta una testa di lupo in argento. Una sera, dopo l’arrivo degli zingari in citta’, va con Gwen e un' altra ragazza a farsi leggere le carte, ma quest’ultima viene aggredita e sbranata da un lupo feroce, Talbot interviene e lo uccide con il bastone, ma il lupo riesce comunque a morderlo. Chiamati rinforzi e tornati sul luogo dell’aggressione accanto alla ragazza si trovera’
il cadavere non di un lupo, ma dello zingaro Bela (interpretato da Bela Lugosi). Incredulo di aver potuto scambiare un lupo per un essere umano, Larry interviene al funerale di Bela e la madre dello zingaro gli svelera’ il mistero della licantropia: chi viene morso da un lupo mannaro senza restare ucciso verra’ colpito dalla stessa maledizione!
Ben presto nuovi omicidi sconvolgono il paese, e Talbot chiede aiuto al padre che lo convince che la sua sia solo suggestione, ma quando il licantropo sta per sbranare Gwen, e’ proprio il padre a doverlo uccidere con il medesimo bastone dal pomo d’argento.
Giudizio del
film
L’ultimo grande horror classico della Universal è datato
1941 e sinceramente è di gran lunga minore ai grandi film di mostri degli anni ’30. La storia e’ parecchio confusa, probabilmente per grosse modifiche alla sceneggiatura apportate poche settimane prima dell’inizio delle riprese. Al copione lavorò principalmente Curt Siodmak, che riesce a costruire un impianto degno di una tragedia greca, dove il destino avverso profetizzato non puo’ che compiersi in maniera ineluttabile. Essendo girato nel 1941, e opera di un fuoriuscito ebreo di origine tedesca, nel film non possono mancare riferimenti latenti alla seconda guerra mondiale: il segno che contraddistingue la stirpe
dei licantropi e che appare sulle loro prossime vittime e’ un pentacolo che ricorda la stella di David che i nazisti imponevano sui vestiti degli ebrei.
Il film viene finito nel novembre del ‘41 quando gli Stati Uniti erano ancora neutrali al conflitto, quindi la parte della pellicola che rappresenta l’incredulita’ del padre nei confronti della condizione del figlio, ma che messo di fronte alla sua inumanita’ e’ costretto ad ucciderlo puo’ essere letta come un monito all’America.
Giudizio sul DVDQuesta edizione, facente parte di una collezione dedicata ai monster classici della Universal, e’ molto interessante.
Oltre ad un buon riversamento della pellicola, troviamo un documentario intitolato Mostri al chiaro di luna, presentato da John Landis che ci racconta l’evoluzione dell’uomo lupo nella filmografia Universal: il licantropo figura gia’ in Dracula, almeno con isuo terribile ululato, dopo il successo di Frankenstein e lo sviluppo di make up sempre piu’ complessi, viene stesa da Robert Florey la sceneggiatura di un film sull’uomo lupo che doveva essere interpretata da Boris Karloff: la vicenda era ambientata nelle alpi bavaresi e raccontava di un ragazzo che si trasforma di un lupo mannaro, dopo esser stato allevato da un branco di lupi che gli avevano sbranato la famiglia. Il progetto viene accantonato per timore della censura.
Ne Il segreto del Tibet del 1935 la storia e’ incentrata sulla licantropia, ma il film non ebbe successo, probabilmente perche’ il trucco del werewolf non era troppo accurato, sempre per timore di non creare qualcosa di troppo spaventoso, solo nel 1941 Lon Chaney Jr. diede finalmente vita all'uomo lupo che e’ entrato nella storia del cinema.
Il commento del film condotto da Tom Weaver, e‘ ricco di informazioni anche sugli attori minori e illustra i pezzi di set che provenivano da altri film dell’Universal o che entreranno poi in altre scenografie.
E’ molto interessante il parallelo con l’horror psicologico che Val Lewton introdusse l’anno seguente alla RKO con Il bacio della Pantera: di certo tra un uomo lupo e una donna pantera qualche attinenza c’e’ gia’ nel tema, ma la cosa piu’ interessante e’ che nella stesura originale e modificata all’ultimo minuto, non ci sarebbe dovuta essere nessuna trasformazione visibile in lupo: veniva lasciata allo spettatore la possibilita’ di decidere se Larry Talbot fosse stato veramente colpito da licantropia o solo da una turba psichica, anticipando in questo modo lo stile l’horror che salvo’ la RKO dal fallimento, ma produttori poco disposti a rischiare preferirono restare legati alla tradizione degli anni ‘30 fatta di
spettacolari make up, segnando cosi’ il declino della grande tradizione horror della Universal.
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