Per spiegare il mio rapporto con Napoleone Bonaparte non si
puo’ partire che da questa data e da questa foto.
Torre Garofoli era il quartier generale di Napoleone, allora Primo Console durante la battaglia di Marengo che ebbe luogo il 14 giungo 1800, durante la Seconda Campagna in Italia del futuro Imperatore. E’ strano ritrovare la casa della propria infanzia sfogliando un libro di storia e questa foto, scattata il 14 giugno 1979 assieme ad altre che vogliono far vedere i luoghi del celebre avvenimento ai tempi in cui fu stampato il libro, ha una valenza estremamente personale. E’ stata sicuramente scattata di mattina come dimostrano le finestre aperte e i tappeti stesi a prendere aria (l’oscena stuoia in peluche che pende dalla finestra centrale era quello della mia camera da letto). Nel corpo della torre centrale si puo’ vedere la lapide che ricorda il soggiorno napoleonico: l’ho saputa recitare a memoria per anni, oggi ricordo solo l’incipit e la stele stessa e’ ormai troppo degradata per un accurato ripasso. Napoleone e ‘ una costante presenza nella mia vita, forse il fatto di aver dormito per 23 anni in quella che quasi sicuramente fu la camera dove soggiorno’ in quelle fortunose giornate ha creato un legame. Di certo parte della stima nei confronti del condottiero corso e’ dovuto anche a un "effetto Pavlov”. Tra le varie persone che si presentavano a casa chiedendo di fare delle foto un giorno arrivo’ anche un’elegante coppia francese, mi ricordo soprattutto della donna: alta e slanciata con un profilo importante e uno chignon elaborato. Erano estremamente gentili e mia madre concesse loro anche una visita degli interni: le volte imponenti del piano terreno, il camino che troneggiava su un’intera parete della mia camera da letto con due putti che tenevano aperto il cartiglio con lo stemma nobiliare, i delicati sovraporta di gusto neoclassico del terzo piano, la vista che domina tutta la pianura offerta dalla torre.. I due amabili francesi erano in avanscoperta per organizzare un viaggio sui luoghi e qualche mese dopo tornarono con un pullman di simpatici turisti, l’elegante signora si era ricordata di me e mi aveva portato una bella confezione di bonbon francesi: quel benedetto Bonaparte iniziava a tornarmi utile! La mia prima vera vacanza al mare si svolse all’Isola d’Elba, altro luogo napoleonico per eccellenza; anni dopo avrei scoperto che uno dei piu’ grandi capolavori della cinematografia riguarda sempre lui: Napoleon, azzardata opera di Abel Gance del 1927 e il mio piu’ grande orgasmo intellettuale e’ stata la proiezione di questo film alla XX edizione delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone, il 20 ottobre 2001, ma di questa storia narrero’ la prossima volta..
Torre Garofoli era il quartier generale di Napoleone, allora Primo Console durante la battaglia di Marengo che ebbe luogo il 14 giungo 1800, durante la Seconda Campagna in Italia del futuro Imperatore. E’ strano ritrovare la casa della propria infanzia sfogliando un libro di storia e questa foto, scattata il 14 giugno 1979 assieme ad altre che vogliono far vedere i luoghi del celebre avvenimento ai tempi in cui fu stampato il libro, ha una valenza estremamente personale. E’ stata sicuramente scattata di mattina come dimostrano le finestre aperte e i tappeti stesi a prendere aria (l’oscena stuoia in peluche che pende dalla finestra centrale era quello della mia camera da letto). Nel corpo della torre centrale si puo’ vedere la lapide che ricorda il soggiorno napoleonico: l’ho saputa recitare a memoria per anni, oggi ricordo solo l’incipit e la stele stessa e’ ormai troppo degradata per un accurato ripasso. Napoleone e ‘ una costante presenza nella mia vita, forse il fatto di aver dormito per 23 anni in quella che quasi sicuramente fu la camera dove soggiorno’ in quelle fortunose giornate ha creato un legame. Di certo parte della stima nei confronti del condottiero corso e’ dovuto anche a un "effetto Pavlov”. Tra le varie persone che si presentavano a casa chiedendo di fare delle foto un giorno arrivo’ anche un’elegante coppia francese, mi ricordo soprattutto della donna: alta e slanciata con un profilo importante e uno chignon elaborato. Erano estremamente gentili e mia madre concesse loro anche una visita degli interni: le volte imponenti del piano terreno, il camino che troneggiava su un’intera parete della mia camera da letto con due putti che tenevano aperto il cartiglio con lo stemma nobiliare, i delicati sovraporta di gusto neoclassico del terzo piano, la vista che domina tutta la pianura offerta dalla torre.. I due amabili francesi erano in avanscoperta per organizzare un viaggio sui luoghi e qualche mese dopo tornarono con un pullman di simpatici turisti, l’elegante signora si era ricordata di me e mi aveva portato una bella confezione di bonbon francesi: quel benedetto Bonaparte iniziava a tornarmi utile! La mia prima vera vacanza al mare si svolse all’Isola d’Elba, altro luogo napoleonico per eccellenza; anni dopo avrei scoperto che uno dei piu’ grandi capolavori della cinematografia riguarda sempre lui: Napoleon, azzardata opera di Abel Gance del 1927 e il mio piu’ grande orgasmo intellettuale e’ stata la proiezione di questo film alla XX edizione delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone, il 20 ottobre 2001, ma di questa storia narrero’ la prossima volta..
ed io dormo nella casa dove Escher ha soggiornato a Siena... coincidenza? mah
scritto da JPS alle ore 19:50:07
Ma che mi dici Ava! Bellissima storia. Come hai fatto a trovarti a vivere lì? Non ci abiti più? Anche a me sarebbe piaciuto partecipare alle tue feste nei sotterranei! :o)
scritto da Emanuela alle ore 14:55:50
giusto ava, basta con queste lezioni di storia!
;-)
Interessante quel che scrive Renzo però.
Di esilio per ora non se ne parla, mi dispiace per te: Sant'Elena può attendere
scritto da passim alle ore 13:23:18
roy delle tue connivenze con i frati della Certosa di Pavia sappiamo tutto! :-P
scritto da ava alle ore 12:41:19
...non e' poi così male :"l’oscena stuoia in peluche"... :-))
Bellissimo il post, pero'...poveri canali :-))
scritto da roy alle ore 21:40:28
premesso che il titolo nobiliare sul cartiglio non e' il mio,dato che provengo da un'immarcescente progenie di agricoli, a dei baroni appartiene l'immobile che rischia seramente la rovina. Caro Renzo le rivoluzioni in Italia non hanno mai un gran successo
Passim,se ci fossimo conosciuti in gioventu' ti avrei invitato alle feste che davo nei sotterranei, ehhh... non mi resta davvero che ritirarmi a Sant'Elena, piccola isola
immagino che l'anonima che ha avuto a che fare con Cesare Pavese sia la gentile allurette, solo lei sa evocare meravigliosamente le atmosfere delle abitazioni
scritto da ava alle ore 19:55:50
Vabbè...è come dire aver visto la Torreiffel e avere la boccia con la torreiffel che se la giri fa la neve!!
;-)
Ma si che va bene anche Pizzo Calabro.
Poi uno che viene da un paese fondato da Dionisio di Siracusa, che ha l'idea della Magna Grecia nelle ossa, che pensa che la melanzana con origano e capperi sia meglio di un mazzo di fiori, e che il fico e il terrazzo con la pergola d'uva di casa mia siano quanto di meglio l'arabia felix abbia lasciato dopo la matematica...capirai.
Aria Acqua Terra e Fuoco
trad: profumo di melanzane appena colte e fatte arrosto
scritto da Renzo alle ore 16:27:17
però conosco Pizzo Calabro
il castello aragonese
anche questo ha a che vedere con Gioacchino Murat
scritto da alle ore 16:00:21
Bari e Napoleone? Vogliamo parlarne?
Nel nostro passato, dal tempo dei Normanni, ci sono anche i baroni, dalla parte di chiunque, Francia, Spagna o addirittura Turchi, a garanzia del loro potere e per contrastare quello del rivale. Ed hanno lasciato il segno. Ma sull’altro versante, quello antifeudale, c’è la classe dirigente della repubblica napoletana del 1799, con i suoi proclami ma anche con il suo peccato d’origine. La testimonianza di Vincenzo Cuoco, che conosceva bene i protagonisti dell’esperienza giacobina, non lascia dubbi sulle cause del fallimento: «la parte colta si era formata sopra modelli stranieri, così la sua coltura era diversa da quella di cui abbisognava la nazione intera». È la stessa cultura, del resto, dalla quale veniva un Giordano Bianchi Dottula, il Marchese di Montrone, combattente a Napoli in difesa della repubblica ed a Marengo con Napoleone, finito Intendente di Terra di Bari per espressa volontà di Ferdinando II di Borbone.
E vogliamo parlare di Gioacchino Murat, del quale un quartiere importantissimo che abbraccia il lungomare porta il nome?
Nel 1798, si costituì un governo rivoluzionario. Nel 1806, l'imperatore Napoleone dichiarò decaduti i Borboni, e pose sul trono il fratello Giuseppe, il quale lasciò il posto al cognato Giacchino Murat per assumere la corona spagnola.
Nel 1808 Murat proclamò Bari capitale (CAPITO SI?) e diede il via all'edificazione del nuovo borgo.
Per fortuna non ho dovuto dirlo io a nessuno. Lo sapevano già tutti.
;-)
Questa cosa mi frutterà un tuo bel post?
http://charter.seatizen.com/italy/SPBari/default.asp
scritto da Renzo alle ore 15:12:45
A questo punto non diciamo dove finirai esiliata :-)
Non ci stai più in quella casa immagino, peccato pensa a quante feste avremmo potuto farci...in abiti napoleonici naturalmente;-)
Inquietante avere il fantasma di Pavese come coabitante... Una bella compagnia comunque, da lune e falò.
Dovresti raccontarcene di più.
scritto da passim alle ore 13:52:08
Una casa bellissima e uno straordinario racconto il tuo, che s'inserisce bene nel quadro di quelle "coincidenze" delle quali hai narrato qualche tempo fa.
Anch'io ho avuto a che fare giovanissima, in una delle tappe in questa città, con l'appartamento di persona nota, non si trattava purtroppo di Napoleone che forse (chissà)avrebbe giovato (...)
si trattava bensì di Cesare Pavese il quale, subito dopo aver abitato quella casa, andò a suicidarsi nella stanza di un albergo vicino.
Scoprii la faccenda grazie a un vecchio colto signore (non sto a raccontarti tutta la storia di questa conoscenza sennò rischio di scrivere un poema a puntate)che passava sovente nella casa. Lo comunicai alla padrona dell'intero edificio (tale contessa Botto Micca Sclopis) che ignorava la questio.
Da quel giorno davanti all'edificio v'è la targa "posto di interesse storico" o qualcosa del genere.
un saluto affettuoso e volante, cara e dolce ava.
scritto da alle ore 11:56:28
Ava! E lo dici così? Almeno inventa di una parentela alla lontana, dai. ;)
scritto da Cicciput alle ore 09:49:52
Scritto da: | 05 agosto 2005 a 02:14