Surriscaldati dall’effetto serra i ghiacci polari si
sciolgono, immettendo grosse quantita’ di acqua dolce in mare ed alterando cosi’
i delicati equilibri delle correnti marine. Questo processo e’ la causa del
crescendo di enormi tornado che agiscono anche sulla terra ferma, fino ad una
terribile tempesta che sconvolgera’ il pianeta gettandolo improvvisamente in una
nuova era glaciale. Si e’ soliti dire che la
validita’ di un film si capisce fin dai primi minuti ma l’assioma non e’ valido
per l’ultima fatica di Emmerich che inizia con una piccola stazione scientifica
divisa in due dallo spaccamento dei ghiacci antartici (in chilometri di pak,
proprio al centro della base doveva avvenire il fenomeno?), propone i soliti
lungimiranti scienziati che non vengono minimamente presi in considerazione,
famiglie che si ritrovano nella prova della catastrofe imminente. Sembra tutto
gia’ visto ma L’alba del giorno dopo riesce ad elevarsi sopra la media
del filone catastrofico. La scena in cui New York e’ investita dalle acque e’
impressionante, forse non solo per la magnificenza degli effetti speciali, ma
anche perche’ va a toccare l’archetipo del diluvio presente in tutte le culture
(confesso che come cinefila mi si e’ stretto il cuore anche quando il tornado ha
distrutto la scritta di Hollywood).
Questo film segna l’evoluzione del genere
perche’ per la prima volta l’uomo non riesce a superare la catastrofe
impegnandosi con tutte le sue forze, ma bensi’ sottomettendosi ad essa ed e’
geniale la scena in cui il Messico chiude le frontiere agli statunitensi che
vogliono attraversare il confine per sfuggire alla furia degli elementi: piu’
che semplice satira politica (il film e’ stato presentato come anti-Bush) forse
una presa di coscienza che le cose non sono immutabili: un ottimo messaggio per
un film che si propone solo come spettacolo di intrattenimento.
confidenza per confidenza passim, anche io sono andata a vederlo tirata per i capelli: piu' degli americani non reggo il caldo e l'idea di una glaciazione mi rinfrancava lo spirito, poi devo dire che pur rimanendo sempre solo un flm d'evasione non ho potuto negare che fosse di buona fattura. e che rinfrescasse anche la mente.
scritto da ava alle ore 14:07:45
Il parere di un esperto é sempre utile.
Vedi ava, a guardare il manifesto che mi trovavo davanti "quasi" tutti i giorni (a pochi passi dall'università) mi dicevo "un film da non vedere, m'é bastato il "day after" senza il tomorrow" perché, scioccamente, avevo pensato che si trattasse di genere catastofe si ma del tipo del più famoso che ho citato.
Invece a leggerti capisco che si tratta d'altro e l'idea che i confini possano essere attraversati al contrario mi piace molto, e non per essere cattivi e nemmeno antiamericani; in realtà sono cattivo e antiamericano ;-)
E dire che quasi c'ho sbattuto il naso contro quel manifesto e sempre assonnato e con la testa tra le nuvole a malapena ne ho letto solo il titolo.
M'inchino
scritto da passim alle ore 22:19:40
Scritto da: | 05 agosto 2005 a 02:35