Ci sono notti di Fuori orario in cui credi che il tema
portante, il filo rosso che lega una visione ad un’altra (a quell’ora di notte è
più facile avere delle visioni che vedere dei film) sia uno, quello che viene
annunciato più dal titolo di testa del programma che dalle libere associazioni
coltissime di Ghezzi, e poi ti ritrovi a trovare tanti altri fili rossi, tante
altre associazioni che legano un film all’altro, ogni film a qualcosa che in
quel momento non è sullo schermo.
Ci sono notti come quella di domenica
23 maggio nelle quali credi di vedere tre film legati dal fatto di essere del
catalogo RKO e prodotti da Val Lewton, e dopo averli visti trovi altri e più
“inquietanti” legami.
I film in programma erano: Mademoiselle Fifi
e La jena di Robert Wise intervallati dal film di Mark Robson Il
vampiro dell’isola. Il primo del 1944 gli altri due del 1945.
Non gli
anni di uscita né i loro autori creano nuovi legami tra le pellicole ma…. Il
grande fratello!!! I più storceranno il naso e troveranno l’accostamento
ai limiti della blasfemia ma leggendo queste righe cercherò di far cambiare idea
anche ai più scettici.
Il legame mi è risultato lampante
soprattutto per i due film che hanno aperto la serata: Mademoiselle Fifi
e Il vampiro dell’isola. Nel primo ambientato nella Francia occupata
dall’esercito prussiano una diligenza trasporta un variopinto gruppo di
cittadini francesi. Tre coppie di riccastri pronti a fuggire per l’Inghilterra
assieme alla loro maschera da patrioti, un prete che deve andarsi ad insediare
nella sua nuova parrocchia dove le campane sono lasciate in silenzio per
“combattere” gli invasori, un “rivoluzionario” che sembra essere l’unico ad
avere a cuore le sorti del suo paese e una ragazza diretta verso la sua città
dopo essere stata cacciata dall’esercito nemico. Il viaggio è lungo e la
prima sosta lo rende ancora più lungo. Un ufficiale prussiano costringe i
viaggianti a rimanere fermi in un ostello fino a quando la ragazza non accetterà
l’invito a mangiare con lui.
Nove persone che per la maggior parte non si
conoscono tra loro, chiuse dapprima nell’angustio spazio di una carrozza e dopo
in un ostello non vi suggeriscono nulla? Le regole dettate da una sorta di
grande fratello ante-litteram vi rendono un po’ più chiaro il legame? E se vi
dicessi che come in tutte i reality che si rispettino ci scappa la storia
d’amore (quelle del tipo “se pijano, nun se pijano”)? Se poi rammentate
assieme a me che nella passata edizione, o forse in questa, scoppiò una polemica
riguardante la possibile partecipazione di un prete al reality show non potete
che condividere le mie libere associazioni, non derivanti da pure astrazioni
intellettualoidi né da un’alimentazione poco salubre. Il film di Wise è
assieme ai racconti di Guy de Maupassant da cui è tratto il film, in anticipo
sui tempi e sono arrivati là dove Orwell giungerà solamente quattro anni dopo
(il 1949 è l’anno di pubblicazione di 1984).
Come nel più riuscito degli horror, in una programmazione fatta solo di reality, dopo il Grande fratello ecco arrivare La talpa che nella fattispecie è intitolato “Il vampiro dell’isola”. Un generale dell’esercito greco in compagnia di un giornalista inglese si reca in visita alla tomba della propria moglie posta su
di un isolotto poco lontano da dove si trovano stanziate le truppe greche.
Arrivati sull’isola trovano la tomba della moglie del generale manomessa e con
il corpo trafugato, una voce di donna che canta li porteranno a trovare una casa
nel mezzo dell’isola. Qui vengono accolti talmente bene che decidono di passare
la notte nella casa. La mattina dopo uno degli abitanti della casa viene trovato
morto, il dottore militare fatto giungere sul posto sospetta si tratti
un’epidemia, ma per altri in realtà tra di loro si nasconde un vampiro che li
farà morire tutti…. Nessuno può lasciare la casa per non espandere l’epidemia
anche al resto della popolazione, così i reclusi muoiono a poco a poco e l’idea
che si possa trattare di una semplice malattia lascia sempre più il passo a una
presenza maligna dentro la casa.
Una casa sperduta su di un isola, una
lotta per la sopravvivenza, un membro del gruppo che rema contro… cos’altro non
è se non La talpa? Se poi notate ad un certo punto Karloff sembra dare i
numeri, bene, nella versione italiana col doppiaggio gli son state messe in
bocca altre parole, in realtà il mitico Boris stava dando il numero per il
televoto e chiedere chi si sarebbe voluto vedere schiattare dei partecipanti del
film.
Su La iena che paradossalmente ha il titolo che più si
avvicina a una trasmissione televisiva non ho avuto più visioni terrificanti
come quelle fin qui raccontate, ma non è detto che sia un backstage della
preparazione di qualche reality… alcuni direttori di rete assieme a qualche
talent dead scout potrebbero riempire i prossimi reality con artisti già morti
andandoli a prelevare dalle loro tombe… o forse lo stanno già facendo… Dormite
male gente, dormite male…. AHAHAHAHAHA
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