Con la morte di Nino Manfredi, avvenuta stamane se ne va l'ultimo dei grandi attori della'epica stagione della commedia all'italiana.
Dei famigerati quattro moschettieri: Gassman, Tognazzi e Sordi è stato quello che maggiormente si e' avvicinato alla televisione e forse verrà ricordato più per le fiction di questi ultimi anni o per la pubblicità del caffé dal famoso tormentone più che per l'impressionante filmografia.
Come bambina degli anni 70 per me resta un'inarrivabile Geppetto nel Pinocchio di Comencini; come attore lo
voglio ricordare con un capolavoro poco noto: La ballata del boia (El verdugo) di Louis Garcia Berlanga del 1963.
Manfredi ne interpreta il ruolo principale, quello di un impiegato che pur di non perdere il diritto alla casa del suocero si trova costretto a intraprendere la sua attività di boia.
Dissacrante manifesto contro la pena di morte e il franchismo.
Anche a me piace molto il Manfredi dei film di Magni, con quella roma papalina e decadente, tuttavia credo che la migliore interpretazione di Manfredi sia quella in "C'eravamo tanto amati", apoteosi e "ultimo atto" della commedia all'italiana. Quel suo portantino comunista così umanamente vero con i suoi problemi e i suoi sogni rimane una delle migliori caratterizzazioni della sinistra "normale" e popolana. Quella della grande battuta "Ahò in ospedale c'è sta na sorella de autonomia operaia, mo' pure le sore ce scavalcheno a sinistra". E io lo ricordo con la versione dei Radici nel Cemento di "E io ero Sandokan"
scritto da brando alle ore 03:56:40
sempre a tirar l'acqua al suo mulino! :-P
potrei, pero' cosi' senza rivederli tutti.. se riesco in settimana lo faccio
scritto da ava alle ore 01:55:15
e allora perche' nun ce scrive un bell'articoletto pe' er Jollyroggger? ;-)
scritto da JPS alle ore 18:38:15
i film del duo manfredi-magni piacciono molto anche a me, capitano :-)
scritto da ava alle ore 13:57:26
Io da seguace degli storici re/enactors, invece lo vorrei ricordare quale magnifico interprete degli stupendi film storici di Magni, degna icona di una Roma ottocentesca cialtrona e raffinata, sospesa tra la gloria del passato e l'ineluttabilita' del progresso. In questo Manfredi, anche se ciociaro, mi pare piu' romano di Sordi, che rimane troppo macchietta.
W er vino de li castelli viva la porchetta di Ariccia, W Magni, W Ciceruacchio e Pasquino e abbasso Pio IX!
scritto da JPS alle ore 11:53:23
e questa che faccina e'?
:-O
scritto da ava alle ore 11:18:04
:°
scritto da non- alle ore 20:11:15
Scritto da: | 05 agosto 2005 a 03:39