Cristoffer e' il rampollo di una ricca famiglia danese, che si è (ri)costruito una vita a Stoccolma aprendo un ristorante e sposando una giovane attrice. Il suicidio del padre lo costringera' a prendere in mano le redini dell'attivita' di famiglia facendosi stritolare da abberranti logiche di potere.
Il film di Per Fly ha un
inizio interessante, analizzando gli equilibri all'interno di una famiglia dell'alta borghesia per cui il senso del dovere consiste nel preservare il capitale che diventa tutt'uno con il nome e l'onore; poi pero' il film si perde in colpi di scena un po' troppo da soap opera: sembra quasi di vedere
Beautiful con i tradimenti dei famigliari, le madri virago che
sollecitano le amanti e le follie improvvise, anche se forse il richiamo dovrebbe essere a Shakespeare i cui brani sono citati dalla giovane moglie che deve rappresentare Giulietta; di sicuro "c'e' del marcio in Danimarca" e non bastano gli stilemi del
Dogma, che sanno rendere triste anche il panorama del Sud della Francia a salvare il film: l'evoluzione psicologica di Cristoffer avrebbe dovuto essere rappresentata, a mio parere, con cambiamenti di comportamento piu' impercettibili.
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