Martino e’ il custode notturno del Museo del Cinema di
Torino e vive in un mondo tutto suo fatto di vecchi film, un giorno la cameriera
di un fastfood, della quale e’ segretamente innamorato, si rifugia nel museo per
sfugire alla polizia e nasce l’amore, ma la ragazza ha gia’ un
fidanzato..
Amanda sfugge alla polizia e a una vita banale riparando nella Mole, come nel Medioevo i malfattori trovavano asilo politico nelle cattederali e Martino, novello gobbo di Notre Dame, la aiuta rivelandole i segreti dell’edificio e le meraviglie che contiene: il potere immaginifico del cinema.
Dopo mezzanotte racconta una storia d’amore ma soprattutto e’ un atto d’amore verso il cinema, principalmente quello ormai dimenticato. Dedicato a Buster Keaton, e’ una commedia che mescola i ritmi delle comiche con la satira, con un’ ottima narrazione fuori campo di Silvio Orlando, riesce a toccare vertici di pura commozione con “semplici” giochi di luci (che cos’e’ il cinema se non una rifrazione della luce?).
Torino e’ una magnifica citta’, spesso scelta come luogo cinematografico, ma i suoi notturni non sono mai stati cosi’ belli e cosi’ magici come in questo film.
Stupefacente anche la prova di Giorgio Pasotti: nei suoi esordi mucciniani e in Distretto di Polizia ci aveva abituato ad una mediocre recitazione convulsa, qui e’ taciturno e misurato nella goffa ed ingenua fisicita’ alla Buster Keaton, di cui
arriva anche ad imitare l’andatura.
Il film e’ girato completamente in HD e mostra spezzoni degli esordi del cinema che partendo dai Fratelli Lumiere, arrivano a Pastrone e soprattutto a Buster Keaton: imperdibile.
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