Credo che non leggero' mai piu' una biografia firmata da Donald Spoto, gia' il suo precedente volume Hitchcock, Il lato oscuro del genio mi aveva lasciato un profondo senso di amarezza per come l'attenzione dello scrittore fosse incentrata esclusivamente su il carattere depresso ed infelice di Hitch, sempre insicuro per il suo aspetto fisico e la sua mole, aspetti sicuramente veri, ma non credo unici nella personalita' di un genio della cinepresa riconosciuto dalla critica e venerato dal pubblico.
Notorius, la vita di Ingrid Bergman e' un'agiografia della grandissima attrice svedese che spesso sfiora il ridicolo.
Come e' ben noto Ingrid Bergman fu al centro di un grandissimo scandalo quando la protagonista di Casablanca abbandono' la famiglia nel 1949 per unirsi artisticamente e sentimentalmente a Roberto Rossellini: l'America puritana che le aveva dato fama e successo la ritenne per anni persona non gradita.
Donal Spoto nel tentativo di giustificare le scelte amorose della Bergman, (prima di Rossellini aveva avuto una lunga liason con il fotografo Robert Capa ed altri amori) la dipinge come succube del primo marito, invadente e despota: salvarla dai panni della Messalina per dipigerla come una persona quasi al limite della capacita' di intendere e di volere non mi sembra un gran risultato, soprattutto se si pensa che il volume e' stato scritto nel 1997.
In seguito alle sue scelte amorose la Bergman per anni non vide Pia, la figlia nata dal primo matrimonio, e cosi' per tutto il libro di Spoto mette l'accento sul rapporto che l'attrice tenta di ricostruire con la primogenita, lasciando sullo sfondo le figure dei 3 figli avuti da Rossellini, con il rischio di farla nuovamente passare per una madre snaturata.
Le note biografiche su Rossellini sono piuttosto confuse: si parla di una tresca con Liliana Castagnola, che il cineasta italiano ricopri' di gioielli al punto di dar fondo alla sua eredita' (pag. 272) poi la chanteuse secondo Spoto mori' di overdose, quando e' oramai storia che Liliana Castagnola si suicido' per Toto' di cui si era pazzamente innamorata, tanto che il principe De Curtis la fece tumulare nella tomba di famiglia e chiamò la figlia con il suo nome.
Ridicoli i giudizi sui film della coppia Rossellini-Bergman: Stromboli viene liquidato come "enormemente tedioso" (pag. 303), "deludente" Europa '51 (pag. 333) e "senza senso..sfilacciato" Viaggio in Italia "inspiegabilmente canonizzato dalla Nouvelle Vague francese" (pag 339). Ovviamente l'unica cosa da salvare nelle opere di questo regista ormai alla frutta e' la perennemente magistrale interpretazione della Bergaman, le cui prove attoriali non vengono mai giudicate meno che eccelse da Spoto in tutte le 469 pagine del volume, con il rischio di rendere odiosa a suon di panegirici una delle piu' belle e brave attrici di Hollywood.
Sono daccordo,non ho letto la biografia di Spoto sulla Bergman,ma ho letto quella su Hitch,e la trovo vergognosa,lo dipinge come un depravato insicuro del suo aspetto a tal punto da caratterizzarlo come un provolone viscido...fermate questo Spoto,e' pericoloso
scritto da alessandro alle ore 15:39:17
grazie per avermi fatto notare il lapsus, dillinger, vo' a correggere. Oltrettutto il libro costa moltissimo, meglio l'autobiografia della Bergman, (che ovviamente Spoto giudica una ciofeca)
scritto da ava alle ore 00:38:57
Sarà di sicuro un lapsus (per attrazione del titolo "Europa 51"): hai scritto "Viaggio in Europa" invece di "Viaggio in Italia". Comunque ti ringrazio del giudizio su questa biografia della Bergman. Volevo comprarla, credo ne farò a meno. Comunque pensa che al lavoro, nel mio armadietto, ho attaccato una foto di Ingrid all'epoca di Casablanca.
scritto da dillinger alle ore 21:30:31
Scritto da: | 05 agosto 2005 a 02:02