Un grosso pesce inafferrabile non e’ solo il
protagonista metaforico dell’ultimo lavoro di Tim Burton, ma e’ anche una
definizione che calza perfettamente al film stesso.
Nell’opera che segna la
maturita’ artistica del regista la vicenda di Edward Bloom e’ cosi’
profondamente intrecciata con le storie di tanti altri personaggi e raccontata
per continui salti temporali che si resta a bocca aperta per le storie
mirabolanti di cui siamo spettatori ma anche per l’abilita’ dimostrata da Burton
nel dirigere brillantemente una materia cosi’ vasta: fino ad ora infatti le sue
pellicole avevano sempre raccontato un storia lineare.
Trovo Big Fish
speculare a Edward mani di forbice: al dila’ dell’evidente omonimia
dei due protagonisti e della citazione della mano meccanica, Burton osa
rovesciare l’assioma dei suoi film precedenti: il mostro solitario che con la
sua diversita’ sottolinea la mostruosita’ della normalita’: qui non c’e’
contrapposizione, anzi Edward Bloom e’ una persona perfettamente inserita nella
societa’ per i suoi successi e per l’innata simpatia che ha sempre suscitato,
fascino che forse gli deriva dall’aver capito ”che in fondo ad ogni persona che
sembra cattiva c’e’ solo qualcuno che si sente solo”*. A sottolineare quanto il
protagonista sia calato nella realta’, la macchina da presa resta sempre ad
altezza d’uomo e vengono a mancare quelle magnifiche riprese a volo d’uccello
che avevano caratterizzato le sue altre opere, spettacolari ma sinonimo di uno
sguardo profondamente straniato.
E’ un film talmente denso di significati che
meriterebbe di essere visto molte altre volte, per riuscire a coglierne tutte le
sfumature.
Per ora ho notato la strana coincidenza con un altro film che
molti successi ha mietuto questa stagione: Le invasioni barbariche; come
nella pellicola canadese anche in Big Fish, pur con la debita differenza
di stili, abbiamo un padre malato terminale che tenta di recuperare il rapporto
incrinato con il figlio e soprattutto ci sono molte similitudini nella messa in
scena della morte: plateale, di fronte a tutti coloro che in questa vita che se
ne sta andando hanno avuto un ruolo determinante, con esiti di commozione
difficilmente raggiunti dalla storia del cinema. Mi fa riflettere il fatto che
due artisti cosi’ diversi abbiano avuto la stessa visione di una morte
pacificata, estrememante stridente con la concezione individualistica della vita
odierna.
Altra particolarita’ di questo film e’ l’uso di attrici bionde:
solitamente Tim Burton ha fatto incarnare la donna angelicata da attrici
tipicamente more (Wynona Rider, Christina Ricci) visibilmente tinte o
imparuccate creando effetti bizzarri, qui invece l’amore della vita di Edward
Bloom e’ un vero angelo biondo (una sempre radiosa Jessica Lange) e Helena
Bonham Carter che rappresenta la tentazione, nelle affabulazioni del
protagonista si trasforma in una strega come nelle piu’ ovvie fantasie
maschili.
Il mio giudizio su questo film non puo’ essere che estremamente
positivo, se siamo di fronte a un vero e proprio capolavoro ce lo dira’ il
tempo, sicuramente siamo ad una svolta nello stile di uno dei piu’
fantasmagorici ed originali registi di tutti i tempi.
Da sottolineare la
grande prova di Ewan McGregor e soprattutto di Albert Finney: erano certamente
degni di una nomination.
*citazione a memoria percio’ sicuramente inesatta
Non c'è che dire, sono completamente daccordo. Aspetto con ansia il dvd, perchè devo rivederlo.
P.S. Anche nel dvd di "Nightmare before Christmas" ci sono i primi due cortometraggi di Tim e un lungo speciale. Speriamo bene.
scritto da Cicciput alle ore 10:46:19
Emanuela, ho visto che pure tu hainotato la somiglianza con le invasioni barbariche, peccato che quello non ti sia piaciuto .
:-)
spider non credo si tratti di esorcizzazione ma proprio di accettazione di un processo della vita.
di solito di dvd di Burton sono molto belli, quello di Ed Wood contiene dei corti di Burton e anche di Depp.
scritto da ava alle ore 14:52:18
Non c'è altro da aggiungere, hai detto tutto tu, Ava! ;o) Vero, sarebbe da rivedere un paio di volte, e spero che nel DVD tra gli inserti speciali ci siano altri racconti, altre storie... Ciao
scritto da Emanuela alle ore 13:58:10
..già...la morte e il cinema...mi viene in mente "Riflessi sull'acqua" di Wender...a mio avviso una delle cose piu' belle del cinema è quella di essere una sorta di inconscio collettivo dove anche cio' che a livello cosciente viene censurato trova una forma di rappresentazione (e in questo caso,di esorcizzazione)...
Mi piace Burton...trovo affascinante che attraverso il cinema riesca in maniera così "potente" a rendere il suo mondo interiore
ciao ava
scritto da spiderfrommars alle ore 12:21:07
sei un mito cicciput. fammi sapere se il film ti e' piaciuto (sono sicura di si')
scritto da ava alle ore 16:20:59
Non ho letto. Ho troppa attesa per questo film e avevo troppa attesa per questa recensione. Forse resisto. Forse.
scritto da Cicciput alle ore 14:47:25
Scritto da: | 05 agosto 2005 a 03:00