La mostra che si e’ chiusa domenica scorsa a Genova era veramente interessante,per la grande quantita’ di materiale che illustrava la vita artistica e privata del principe della risata: dall’atto di nascita a quello di riconoscimento dei titoli per cui il suo nome diventa Antonio Griffo Focas Flavio Dicas Commeno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, altezza imperiale, conte palatino, cavaliere del sacro Romano Impero, esarca di Ravenna, duca di Macedonia e di Illiria, principe di Costantinopoli, di Cicilia, di Tessaglia, di Ponte di Moldavia, di Dardania, del Peloponneso, conte di Cipro e di Epiro,conte e duca di Drivasto eDurazzo.
Dagli strumenti di toeletta agli abiti di scena: tra questi faceva bella mostra di se la famosa cappelliera dell sketch del treno, immortalato da Toto’ e Franco Castellani in Toto’ a colori del 1952, che ricordiamo, e’ stato il primo film a colori italiano.
Vi erano anche gli atti con cui il capitano delle SS in forza Roma chiedeva nel 1944 di indagare su Toto’ per i toni della rivista che portava in scena in quel periodo e l’attore fu costretto a nascondersi in casa di un amico per sfuggire a queste
spiacevoli attenzioni.
Moltissime le foto, degli spettacoli, delle compagnie, dei set, delle compagne tra cui svetta la bellissima Liliana Castognola, la chanteuse che si suicido’ per amore suo e che Toto’ fece seppellire nella tomba di famiglia: questo amour fou era raccontato tra stralci delle lettere dei due amanti.
Commovente l’ultima sala che conteneva un ricordo e alcuni disegni di Federico Fellini e soprattutto le foto di Toto’ con Pasolini durante la loro collaborazione, e non si poteva non pensare che Italia avrebbe potuto essere se non se ne fossero andati cosi’ presto.
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