Il nuovo spettacolo shaolin in tournee’ per l’Italia in questa
stagione teatrale racconta la storia del leggendario corpo di monaci guerrieri
cinesi tra misticismo e potenza fisica. L’elemento piu’ interessante e’ che
per la prima volta si esibiscono le monache shaolin del monastero femminile di
YongTai, congrega che esiste da almeno un migliaio di anni, fondata dalla monaca
omonima, venerata ancora oggi come una santa. Questo monastero e il simbolo
della lotta che le donne hanno dovuto combattere per dimostrare le loro
capacita’: infatti benche’ eccelgano in abilita’ e velocita’ al pari dei loro
confratelli, le monache non sono mai scese in campo come milizia
guerriera.

Scopo di questo spettacolo e’ dimostrare come la via
dell’illuminazione sia aperta a tutti: giovani o vecchi, poveri o ricchi, uomini
o donne che vogliano perseguirla con fede e perseveranza. Gli spettacolari
virtuosismi a cui si assiste sono gli esercizi di allenamento quotidiani dei
monaci: la forma lunga del Tai Chi con la spada, esempi degli stili nati
dall’osservazione dell’animali: l’aquila, lo scorpione, la rana e la scimmia;
esercizi del Tong Zi Qong avanzato: l’allenamento volto alla flessibilita’ degli
arti che permette ad esempio la rotazione delle caviglie di 180 gradi senza
muovere il ginocchio. Molto spazio viene riservato alle dimostrazioni
dell’invulnerabilita’ ottenuta con la paziente pratica del Chi Qong: il Chi e’
la forza vitale che permea tutto il corpo umano, il monaco shaolin e’ in grado
di manipolarla e interromperne il flusso a suo piacere, rendendo per breve
tempo, la zona interessata completamente insensibile di modo che la testa possa
spaccare sbarre di metallo la cui consistenza viene prima fatta saggiare al
pubblico presente in sala, che la gola appoggiata alla punta della lancia resti
immune al contraccolpo dovuto alla lastra di pietra spaccata sulla schiena del
monaco che si trova in questa posizione. Se abilita’ e forza fisica sono gli
aspetti che maggiormente impressionano il pubblico occidentale, la scuola del
kung fu shaolin e’ in realta’ frutto di meditazione e sacrificio: la vita
spartana dei monaci inizia verso le 4 del mattino ed e’ composta da un
alternarsi di esercizi e preghiere, vengono serviti due soli pasti vegetariani
al giorno (l’ultimo addirittura prima di mezzogiorno) tutto cio’ per far si’ che
lo spirito e la forza di volonta’ temprino il corpo. L’arte marziale shaolin
che consta dell’uso di 13 armi, in genere evoluzione degli umili strumenti di
lavori dei campi, dove i monaci subivano gli attacchi dei briganti, e’ volta
solo alla difesa e mai all’attacco del nemico, il cui rispetto e sempre tale che
si preferisce l’uso di tecniche di contatto, anche se possono essere altrettanto
letali. Per sottolineare il messaggio pacifista di questa filosofia buddista
zen, lo spettacolo si conclude con i sedici guerrieri shaolin che scendono tra il
pubblico offrendo ognuno un giglio. |
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