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09 settembre 2003

Commenti

Non so sul terrorismo di oggi.Io utilizzo sempre la metafora dell'albero; le foglie non conoscono il ramo che non conoscono il tronco che non conoscono le radici...
In quegli anni poi la violenza di stato e in fabbrica forse era paragonabile a quella del terrorismo...(diritti dei lavoratori negati condizioni abitative disagevoli,servizi segreti deviati...)e le stelle a 5 punte sui muri me le ricordo anch'io.
Comunque per chiudere citero' Altan (o forse era Vauro...) "Dopo questi anni di piombo roventi,godiamoci il calduccio di questi anni di merda"...
scritto da spiderfrommars alle ore 08:48:26


Noi dimentichiamo il contesto sociale in cui nacquero le organizzazioni armate: manifestazioni operaie, lotte sindacali, occupazioni studentesche. Il clima era di fuoco. La lotta armata è una conseguenza di un periodo acceso dal punto di vista della resistenza quotidiana allo strapotere dei padroni. Perchè il primo bersaglio delle BR sono stati proprio i capireparto delle fabbriche. Poi lo scontro si è spostato sul terreno delle istituzioni e la perdita di consenso da parte della gente comune è stata la conseguenza di tante (troppe) azioni selvagge.
Certo le BR e gli altri gruppi antagonisti speravano in una sollevazione popolare: le potenzialità c'erano, ma mancava la base legale che potesse andare al potere. Ci avete mai pensato? Se ci fosse stato un colpo di stato, chi tra i vari leader del movimento o delle organizzazioni avrebbe preso le redini della situazione? Loro pensavano di creare dei collettivi, ma in realtà non sapevano bene cosa sarebbe successo. Non avevano le idee chiare.
La lotta armata doveva servire e veniva percepita per accelerare un cambiamento sociale e politico. In questo senso aveva il consenso tacito della gente.
Io mi ricordo la stella a cinque punte o le sigle di altre organizzazione scritte con lo spray sui muri delle case. Accompagnate con frasi di consenso.
Per quanto riguarda i delitti D'Antona e Biagi (tralascio commenti sulle ridicole baggianate espresse da quel cantante da crociera che siede al Transatlantico) sono perplessa. Non riesco a credere che si tratti di terrorismo rosso. Non mi convincono le modalità e le tempistiche. Per me c'è dell'altro. O meglio, c'è qualcun altro.
scritto da ibrab alle ore 22:11:00


sono molto imbarazzato su come rispondere...da un lato ritengo che le tue competenze in materia superino ampiamente le mie e ti ringrazio perchè a questo punto provvederò (inoltre mi sembra anche di essere un po' presuntuoso)...da un altro lato mi sfugge il rapporto di filiazione morale tra partigiani e BR...in Italia c'era sicuramente la volontà nel dopoguerra di scatenare una rivoluzione comunista è probabilmente in questo quadro si inscrive la cessione delle armi...ma a mio modesto avviso non si poteva che condannare la scelta di pochi per trascinare i molti, visto che i molti che si sarebbero dovuti sollevare si schierarono dalla parte opposta...o forse il caso Moro fu uno degli episodi che "convertirono" definitivamente la sinistra verso i valori democratici...è per questo che parlo di figli degeneri...
io temo in un'epoca nella quale l'omicidio D'Antona è stato definito "Un regolamento di conti" e nel quale si sostiene che Mussolini mandasse i dissidenti in vacanza (sigh)...che questa propensione all'autoanalisi sdogani, in un paese sostanzialmente Peronista e immaturo, che la Resistenza sia solo un valore relativo e quindi caduco...
scritto da spiderfrommars alle ore 16:39:37


Quando le BR nacquero (nel 1969 e non si chiamavano ancora Brigate Rosse - il nome si rifà alle brigate partigiane, tanto per spiegare meglio la fonte d'ispirazione dei primi brigatisti) i contatti coi partigiani c'erano stati. Erano familiari o gente del vicinato. Tieni conto che il fenomeno della lotta armata è nato nel nord Italia, dove la Resistenza c'è stata. Poi è scesa fino a Roma. Comunque le prime armi dei brigatisti (quelle usate per le rapine o per convincere i capetti delle fabbriche a lasciarsi legare ai pali) arrivavano proprio da ex partigiani (erano cimeli di guerra).
In generale, non so come gli ex partigiani vedessero le BR e le altre organizzazioni: PRESUMO che all'inizio provassero della simpatia. Come del resto la provavano anche gli operai. Sul dopo, non saprei proprio che dire. Ignoro.
scritto da ibrab alle ore 15:16:34


...infatti non ho voluto essere declamatorio su questo punto (il complotto)...quello che ti chiedo riguardo alla posteriorità delle etichette...ma secondo te un ex partigiano come vedeva i BR?

scritto da spiderfrommars alle ore 14:38:48


Lo scopo dell'azione non era ammazzare Moro, altrimenti l'avrebbero fatto in via Fani.
Sarà anche umanizzante, ma poco credibile comunque. Soprattutto perchè Chiara a un certo punto esordisce dicendo: "Ma se noi [BR] non riconosciamo loro [le istituzioni], come possiamo pretendere che ci riconoscano?".

Spider, possiamo etichettarli come figli degeneri della resistenza. Ma sono sempre etichette a posteriori.
La sabbia di cui parlo sul mio post Buongiorno, notte si riferisce anche alle infiltrazioni, alle connivenze, ai tantissimi lati oscuri di quel periodo storico. Che per comodità vengono ancora tenuti nascosti: sono solo ipotesi. Pasolini scriveva in un suo editoriale che sapeva i nomi dei mandanti delle stragi di stato, solo che gli mancavano le prove. In un modo diverso, ma anche in questo contesto ci sono dei grossi buchi neri.
Altrimenti, tutti quei signori in carrellata ai funerali della scorta e di Moro, come avrebbero fatto a governarci per altri 20 e fischia anni? Come farebbero a governarci tutt'oggi e a moltiplicarsi?
A proposito di terrorismo...
scritto da ibrab alle ore 13:25:36


credo che l'idea di far chiamare Moro presidente sia fortemente voluta: io l'ho trovato umanizzante: come del resto tutto il trattamento riservato allo statista: solitamente l'immagine che abbiamo del prigioniero politico e' tortura e violenza psicologica, in questo film a un certo punto c'e' stata quasi collaborazione tra BR e prigioniero nel tentativo di uscire dall'impasse della linea dura del governo.
scritto da ava alle ore 11:26:32


...ok, ma la rivoluzione la fai con una vasta adesione di popolo e con una messa in discussione globale del sistema che ti governa,non a colpi di atti terroristici, perchè altrimenti (e è parzialmente quello che penso io ) tra lo stragismo di destra e il terrorismo di sinistra non c'è alcuna differenza; io ritengo che il fenomeno sia stato sin troppo funzionale a logiche di potere per non pensare a strumentalizzazioni della lotta armata da parte di poteri deviati...ma questa è un'altra storia.Posso allora concepire i terroristi (quelli "in buoa fede" non chi li manovrava)come figli DEGENERI DELLA RESISTENZA. E comunque penso che in tempi di delegittimazione globale di tutte le conquiste e delle basi della nostra democrazia sia pericoloso far passare dei concetti di questo tipo, senza sottolineare delle differenze.(così hai capito chi penso che siano i veri terroristi).
E' un piacere discutere con te e con Ava...
scritto da spiderfrommars alle ore 07:58:43


Perdona se sono logorroica, ma l'argomento - come avrai capito - mi sta a cuore.
Ho letto la tua recensione e mi è piaciuta. Stupisce tutti e stupì anche me constatare la normalità negli uomini e nelle donne armate, ma li riporta in una dimensione umana e non nelle bestie assetate di sangue come l'immaginario collettivo le ha etichettate.
Corretta la "mancanza" scenica della 164: credo che tali sviste si definiscano errori della segretaria di scena (così disse il prof di cinema all'università... forse scherzava).
C'è un altro aspetto improbabile: i brigatisti si rivolgono a Moro chiamandolo Presidente. Le BR non riconoscevano l'autorità dello Stato ed è paradossale che nel film si rivolgano a uno dei suoi uomini usando questo titolo.
scritto da ibrab alle ore 21:58:16


Scuse accolte Spider. E comunque avevo colto l'accenno scherzoso. Non mi ero offesa, anzi sono onorata del linkamento! O linkaggio?
Ritornando al tema in questione, la rivoluzione (come continuità della resistenza) era pensata sin dall'inizio della lotta armata (ben il 1969, quando ancora il rapimento Moro non era contemplato). Il rapimento del presidente della DC ha decretato la fine del sogno rivoluzionario, infatti molti dei primi brigatisti - dal carcere - si dissociarono da quel gesto (anche perchè ci avrebbero rimesso in prima persona, in termini di pena).
Aggiungo che l'altro possibile obiettivo del rapimento era Andreotti: rapirono Moro sia per la sua decisione di aprire a sinistra (col compromesso storico), ma anche perchè l'azione comportava meno problemi logistici. Non sto inventando nulla: è tutto scritto nero su bianco sui libri-intervista e sui saggi sul periodo.
Nel 1978 il sogno rivoluzionario era già finito: quello che rimaneva era il terrore e la spietatezza. Fecero le spese di questo innalzamento dei livelli di scontro tutti coloro che trascorsero il decennio precedente in piazza, sotto le bandiere, per ottenere una vita migliore. Infatti la frase ricorrente del dopo Moro era "Nè con lo Stato, nè con le BR"!

scritto da ibrab alle ore 21:46:21


...intervengo (nel post dedicato ci sono le mie umili scuse a Ibrab che mi ha frainteso)...
I film su un' epoca storica non sono mai totalmente e di per sè esaustivi...probabilmente un'idea "filmica" di un periodo storico è dato dall'insieme di tutti i film di e su quel periodo...quindi il difetto di parzialità o di non volontà di riferimento diretto agli anni di piombo è relativo...per quanto riguarda le riletture...io penso che la lotta armata sia in quanto tale LA CONTRADDIZIONE storico ideologica della resistenza...forse qualcuno ci avrà anche sperato nella rivoluzione dopo l'attentato a Moro...ma quel giorno in piazza quando si seppe del rapimento c'erano anche le bandiere rosse del PCI. Il che signiica che anche la sinistra, dai vertici alla base non si sognava minimamente di mettere in discussione i valori democratici frutto della guerra di liberazione. Quindi rutengo che il fenomeno vada inserito in un quadro di "deriva malata" dell'ideologia di sinistra. Sorvolo volutamente sui vari e inquietanti scenari complottistici...
scritto da spiderfrommars alle ore 18:41:34


sai ibrab, le ideologie possono esere anche travisate, per questo credo che facendo luce sulla storia che sta a monte, la guerra di liberazione, si scoprirebbero nuovi aspetti della storia piu' recente.
Per quanto riguarda il film di Bellocchio come lui stesso ha dicharato, i suoi intenti non sono di ricostruzione storica, io l'ho letto come uno studio dei meccanismi della mente umana.

scritto da ava alle ore 12:23:48


Voi potrete anche distinguere, ma loro erano ideologicamente i figli della resistenza interrotta. Questo è ciò che pensavano e dichiaravano, quella era la storia a cui appartenevano. Indipendentemente da quello che vogliamo credere o pensiamo noi. Che sia giusto o sbagliato, questa è la storia e come tale non si può cambiare neppure rileggendola.
Le lettere dei condannati a morte esprimono i sentimenti estremi degli uomini, in qualsiasi condizione si trovino. La Braghetti, dal cui libro è tratto il film, è una parte di Chiara.
La storia vera del film è il rapporto vittima-carnefice e per rappresentarla è stato scelto il caso Moro, ma la realtà di quel periodo è toccata relativamente. Anzi, praticamente inesistente. Se dovessimo basarci sul film di Bellocchio per capire qualcosa sugli anni di piombo, non aggiungeremmo niente a quanto (poco) già sappiamo.
scritto da ibrab alle ore 10:48:44


concordo con la posizione di spider: infatti il momento in cui per Chiara diviene lampante che e' impossibile continuare con la sua scelta armata e' quando la lettera di addio di Moro alla moglie le ricorda le lettere dei condannati a morte partigiani che il padre le leggeva da piccola: la questione e' le conosceva anche Moro e inconsciamente ha ricalcato quel modello? Forse e questo sta a significare una volta di piu' che i CNL erano movimenti che andvano al dila' della connotazione politica, per questo ho sottolineato l'importanza del ricordo dell' 8 settembre.
scritto da ava alle ore 10:17:11


...io il film di Bellocchio non l'ho visto e lo vedro' sicuramente...MA ONESTAMENTE DISTINGUO IN MANIERA NETTA E CATEGORICA TERRORISTI E PARTIGIANI...e credo che di questi tempi che sono ben lungi dall'essere di pacificazione, sia necessario rimarcare questo distinguo...
scritto da spiderfrommars alle ore 09:46:01


Rispondo alla tua domanda: le BR erano di fatto figli della Resistenza. Avevano preso le prime armi dai partigiani che non le avevano consegnate. Erano cresciuti con le storie di una resistenza tradita. Forse non erano tutti figli di sangue, ma lo erano della stessa ideologia.
Ho visto anch'io il film di Bellocchio: è ambientato negli anni di piombo, ma non li spiega. Come del resto credo fosse nelle intenzioni del regista.
scritto da ibrab alle ore 22:23:47

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