USA 1982
con Paul Winfield, Kristy McNichol, Burl Ives, Paul Bartel
regia di Samuel Fuller
E' la storia di un magnifico cane bianco (nel senso che e' un cane lupo candido come la neve) addestrato per essere un cane bianco, cioe' un cane addestrato all'assalto delle persone di colore.
Trovato casualmente da una giovane attrice, verra' affidato ad un addestatore di colore che tentera' di guarire la bestia dal razzismo istillatole dall'uomo.
Quando la giovane riceve la telefonata che il cane e' probabilmente del tutto guarito e sta per uscire, alla sua porta si presenta il precedente proprietario, che a lungo aveva cercato; il razzista che aveva trasformato il cane in una terribile belva assassina e' un quieto vecchetto che arriva accompagnato dalle dolci nipotine, a sottolineare che la crudelta' umana si nasconde anche sotto le piu' innoque apparenze.
Il cane morira', perche' riconciliato con la razza nera e non intimidito dalla ragazza bianca, non potra' fare a meno di saltare alla gola del vecchio proprietario del centro di addestramento, che nella sua mente ormai associa a quella del vecchio crudele che aveva iniziato il suo folle addestramento: certo, sarebbe stato possibile recuperare il cane anche alla categoria "anziani", ma la drammaturgia ha le sue leggi.
E il film si chiude su un'ultima immagine del cane morto in un arena di sabbia, immagine quasi profetica del destino orrido che oggi tocca a tanti cani vittima della follia umana che ne fanno combattenti mortali.
Ma come ci insegna la LAV, con la sua campagna di recupero e di adozione adistanza di ex combattenti, tutti i cani possono essere recuperati, per certi appartementi alla mia specie, ho dei dubbi.
...ancora piu' crudele è Amoresperros, uno dei film piu' belli che io abbia mai visto nel quale c'è un parallelo tra i destini umani e qullo dei cani...
scritto da SPIDERFROMMARS alle ore 00:09:57
Scritto da: | 15 luglio 2005 a 01:55